La sordità, laddove non siano state accertate altre compromissioni, è un deficit sensoriale, un guasto ad uno degli strumenti che consentono al bambino di crescere, comunicare, evolvere.

Questo deficit, tuttavia, non compromette a priori le capacità cognitive, affettive, emotive, socio-relazionali di un bambino sordo. Per evitare che al deficit sensoriale si sommi quello cognitivo si dovrebbe attivare una serie di canali sostitutivi, in modo che il bambino non rimanga escluso da una parte consistente dell’interazione con la realtà e del tessuto relazionale circostante e lo si possa aiutare nella costruzione di una propria identità, nell’acquisizione di consapevolezza del proprio deficit e dei propri limiti e della certezza che la sordità non impedirà di potersi realizzare in un progetto futuro: affetti profondi, famiglia, un buon lavoro e buone relazioni sociali.

Il servizio socio-educativo-didattico della Cooperativa Insieme Per… ha l’obiettivo di lavorare per l’autonomia, l’integrazione e il miglioramento della comunicazione in generale, per l’abbattimento delle barriere che impediscono gli apprendimenti degli utenti (doppie nel caso di sordo e straniero), per la cura della sfera relazionale, per un futuro inserimento lavorativo, anche attraverso sperimentazioni metodologiche innovative che comportano un costante aggiornamento, evitando interventi di tipo assistenzialistico.

Per noi di Insieme per… è imprescindibile la condivisione con l’utenza e con le famiglie delle problematiche della disabilità, al fine di far scaturire proposte, suggerimenti, alimentando un continuo confronto. Quando in una famiglia nasce un disabile, è sicuramente un evento traumatico per tutti i componenti della famiglia stessa e a volte tale nascita si traduce in un vero e proprio rifiuto. La conoscenza da parte della famiglia della disabilità e delle potenzialità del figlio dal punto di vista socio-culturale e non solo medico potrebbe aiutare entrambi in un loro progetto di crescita. Il ruolo della scrivente è pertanto anche quello di conoscere la famiglia, per sostenerla in questo cammino, per informarla, per comprendere determinati atteggiamenti e comportamenti, per mettere in atto strategie idonee.

La sordità costituisce, come comunemente si dice, un “handicap nascosto”: nascosto perché non immediatamente visibile e viene spesso scoperto tardivamente; nascosto dalla famiglia che deve accettare la diversità del figlio; nascosto spesso dalle stesse persone sorde, divise fra la costituzione di un’identità personale e l’adesione a modelli udenti; nascosto perché sconosciuto in tutte le sue implicazioni socioculturali. In qualche modo la percezione della sordità si realizza in contrapposizione a un modello udente dominante: se ciò non avvenisse verrebbero meno le limitazioni sociali al deficit e la sordità non verrebbe percepita come handicap. Sono le implicazioni socio-culturali del deficit a fare della sordità un handicap. Già più di settanta anni fa lo psicologo russo Vygotskji a proposito dei bambini deficitari affermava che il bambino non percepisce direttamente il proprio deficit, percepisce solo le difficoltà che gli derivano dal deficit stesso. La possibilità del suo recupero non dipende soltanto dalla gravità del danno organico, ma anche dall’esistenza di risposte specifiche.

Nell’a.s. 2019/20 studenti sordi, italiani e stranieri, di genitori sordi e di genitori udenti, frequenteranno scuole del territorio modenese e bolognese: – qualcuno frequenterà il primo anno della scuola primaria – altri il primo anno della scuola secondaria di primo grado – altri l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado con relativo esame di licenza media; – altri frequenteranno il primo anno di Istituti di Istruzione Superiore tecnici e professionali – altri entreranno in nuovo gruppo classe, risultato della scelta di indirizzo specifico; – altri affronteranno gli ultimi anni del percorso di studi in previsione dell’esame di maturità. Ognuna di queste situazioni rappresenta un momento delicatissimo a livello emotivo e non solo: oltre a misurarsi con nuove discipline di studio, nuovi linguaggi specifici e nuove nozioni, bisogna che si realizzi anche una reale inclusione nel gruppo classe (docenti e studenti), che deve essere adeguatamente preparato e guidato nell’accoglienza, imparando, attraverso un percorso di serena condivisione della quotidianità, le modalità e i comportamenti comunicativi corretti nei confronti di una persona sorda.

La presenza di un allievo sordo e straniero in una classe di udenti lancia una sfida umana e pedagogica sia agli adulti che si occupano di educazione ed istruzione sia ai compagni di classe: si tratta di abbattere delle barriere comunicative, doppie se sordo e straniero, barriere che si frappongono alla conoscenza e al rispetto reciproci. In ambito scolastico gli insegnanti non sempre sono preparati ad accogliere un alunno che, da un lato, non ha potuto acquisire spontaneamente la lingua parlata nell’ambiente che lo circonda né può accedere a tutte le informazione attraverso il canale acustico, come avviene per tutti gli altri, ma che, dall’altro, è assolutamente in grado di imparare attraverso la modalità comunicativa integra, quella visivo-gestuale. Bisogno fondamentale dell’alunno è sentirsi presente, compartecipe di una condizione e di una situazione comune.

La presenza di un individuo, tuttavia, si attua solo quando riesce a stabilire con gli altri delle relazioni nella costruzione di un rapporto.

Da qui, la proposta del Progetto: SOLO LA CONOSCENZA PROMUOVE LA COMUNICAZIONE Si tratta di un intervento di formazione di 8 ore rivolto ai consigli di classe e a tutti coloro che in qualsiasi modo avranno contatti con gli alunni sordi.

Durante queste ore formatori esperti in pedagogia della sordità e didattica visiva tratteranno i seguenti argomenti: – Approccio socio culturale alla sordità – Comunicazione e cultura: il bilinguismo, lingua dei segni italiana / italiano – Strumenti base per comunicare con una persona sorda – Pedagogia della sordità e Didattica visiva: metodologie e strategie didattiche specifiche per la presentazione e restituzione diversificata delle informazioni

Obiettivi:
– Promuovere la conoscenza della sordità in una prospettiva socio-culturale e non medica per allontanare gli inevitabili pregiudizi nei confronti di ragazzi che necessitano di altre modalità di presentazione delle informazioni
– Offrire agli adulti la possibilità di acquisire maggiore fiducia nelle proprie capacità umane e pedagogiche di insegnanti/educatori
– Prevenire il rischio di emarginazione e discriminazione dovuta alla doppia condizione di sordo e straniero
– Favorire la conoscenza di modalità differenti di espressione e comunicazione ed il riconoscimento di pari dignità di tutte le lingue – Favorire un approccio positivo alla “diversità” vista come possibilità di arricchimento
– Abbattere le barriere comunicative – Promuovere l’interculturalità per favorire l’inserimento educativo e scolastico

Figure professionali: – Formatori esperti in pedagogia della sordità e didattica visiva, in comunicazione non verbale, L.I.S. e L.I.S.T., applicatori Feuerstein formati in pedagogia della gestione mentale della scrivente

Tempistica: – n° 4 incontri di 2 ore ciascuno dalle 15:00 alle 17:00 martedì 24 settembre, martedì 1 ottobre, giovedì 10 ottobre, giovedì 17 ottobre Luogo di realizzazione: Aula didattica del C.S.C. via Camillo Ronzani 5/3 Casalecchio di Reno – Bo

Costo del personale: Finanziamenti a carico della scrivente

Il materiale didattico e gli strumenti utilizzati saranno messi a disposizione dal C.S.C. Insieme per l’integrazione e il bilinguismo.

ALLEGATO
La scheda del progetto (PDF)

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